#301585 Spettacolo Cinema

Una giornata con Charlie Chaplin.

Autore
CuratorePrefazione di Roberto Peverelli.
EditoreMedusa.
Data di pubbl.
Dettagli cm.14x22, pp.138, brossura sopraccoperta figurata a colori. Collana Le Porpore,117.
AbstractGuardando Charlot muoversi nel mondo, e guardando il mondo attraverso lo sguardo di Charlot, scoppiamo a ridere, oggi come ieri, sorpresi forse dalla perfezione comica che questo cinema ancora oggi sa incarnare. Il riso, e lo stesso vale per il genere comico, è un oggetto osservato con una certa diffidenza all'interno della nostra storia culturale, spesso relegato ai margini della cultura autentica, se non apertamente biasimato e condannato. Platone, gli Stoici, i Padri della Chiesa sono unanimi nell'indicare nel riso, soprattutto se smodato, ma non solo, un comportamento che deve essere evitato da coloro che assolvono il compito di guidare e indirizzare, anche nello stile di vita, le comunità. E invece, ridere, scoppiare a ridere, morire dal ridere è un gesto che rinnova il nostro sguardo sulle cose, la nostra capacità di pensare il mondo e noi stessi. «Il riso è una sospensione, lascia in sospeso colui che ride. [...] Non afferma niente, non tranquillizza niente». A essere sospesa, seguendo l'indicazione di Bataille, è la nostra altrimenti immediata adesione alla macchina del mondo, alla sua apparenza di stabilità e fondamento, di solidità. Sospesa è la cieca confidenza nella stabilità, rassicurante e opprimente, dell'io. Le giravolte e le cadute di Charlot, le incongruenze che si spalancano di fronte al suo sguardo, lungo il suo buffo peregrinare nel mondo ci fanno ridere, forse, perché ci svelano che la trama del reale non è mai riducibile definitivamente alle concatenazioni di nessi logici e causali, di volta in volta differenti, in cui pensiamo di averla definitivamente intrappolata - così come l'io non è mai condannato a una definitiva, sterile, ossessiva ripetizione di sé. Morendo dal ridere, lasciamo morire ogni identità costrittiva, statica, dell'io e delle cose, e torniamo per un istante ad aprirci alla possibilità di pensare diversamente il mondo, di diventare altro da quello che siamo. L'epifania del fondo instabile delle cose e di noi stessi, la rivelazione dolorosa della fragilità, della infondatezza delle nostre aspettative e certezze, grazie al riso, può sottrarsi al rischio di tradursi in mero rancore e risentimento; si fa invece liberazione, apertura, premessa alla costruzione di pensare e agire inediti. (Roberto Peverelli).
EAN9788876984129
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Le carte del Monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. Vol.II (1165-1190).
Le carte del Monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. Vol.II (1165-1190).
Fontes
1984, cm.18x24,5, pp.551, legatura ed. sopracop Coll.Fonti Storico-Giuridiche. Documenti,1.

Piccolo strappetto alla sopraccoperta, altrimenti ottimo esemplare.

Usato, molto buono
#48558Ultima copia
41.00
Glozel et ses inscriptions néolithiques.
Etienne Chiron Ed.
1928, cm.14x22, pp.XIII,31, 2 figg.bn.nt. rilegatura in mz.tela con angoli, titoli in oro al dorso. (firma a penna all'antip.).
#99588Ultima copia
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